Il vallone di Furore, e'" uno dei piu' pittoreschi fiordi di Italia", dove si puo' ammirare un meraviglioso paesaggio che ben si inserisce nello scenario della costiera amalfitana. Numerose sono le gole che tagliano l'enorme massa montagnosa che precipita a mare; questa, denominata "lo schiato"dal nome di un torrente che "animava" una fabbrica di carta e un mulino, e' senza dubbio la piu' caratteristica con il villaggio di pescatorim semiabbandonato e con il braccio di mare che si insinua profondamente sotto il ponte della carrozzabile e che presenta colorazioni meravigliose. La zona prese il nome "dal fragore delle onde che nel piano della sottoposta vallata odonsi mugghiare allorche' il mare infuria", inizialmente era divisa in due borghi detti "Terra Furoris e Casanovae", ma a partire dal XVII secolo non viene piu' citata in documenti la "Terra Casanovae". Il paese posto a metri 300 sul livello del mare e' raggiungibile mediante un sentiero in parte a gradini e presenta tre chiese interessanti.La chiesa di S. Michele arcangelo e' a tre navate di cui le laterali, coperte da volte a crociera di sesto acuto. Vi sono quattro cappelle intercomunicanti con la navata centrale madiante archi ogivali ed e' rischiarata da monofore archiature. Il campanile, posto davanti alla porta d'ingresso, presenta monofore per ogni piano, la cella cilindrica coperta da una piccola cupola.
La chiesa di S.Giacomo e' anch'essa a tre navate, quella centrale - con colonne in marmo bianco venato e capitelli a tronco di cono capovolti, che sorreggono archi a tutto sesto - e' coperto da tetto, mentre quelle laterali da volte a crociera. Il campanile a piu' piani, su cui si aprono monofore, divisi da leggere cornici aggettanti e' sormontato da una cuspide rivestita di maiolica.
La chiesa di S. Elia e' ad unica navata fiancheggiata da cappelle. L'ingresso e' nel pianterreno del campanile e presenta la volta a crociera. Rimodernata nel 1474 presenta un pregevole trittico del pittore Angelo Antonelli, datato 1479 e rappresentante la Vergine in trono con ai lati S. Elia e S. Bartolomeo, che testimoniano l'ingresso in Campania della civilta' "prospettica" di origine francescana.