Il Fiordo nel Sistema Costiero
Il vallone
di Furore (o "Fiordo") può essere considerato certamente uno degli
elementi predominanti che segnano la struttura del paesaggio costiero.
Il Fiordo è una profonda fenditura nella roccia, formata, in origine,
da un torrente quasi sempre secco, lo Schiato, che scende a picco
dal bordo dell'altopiano di Agerola. Le rocce a strapiombo, la
vegetazione che s'aggrappa nelle fenditure delle pareti, i gruppi
di case ricavate con tenacia nel suolo, il rumore delle onde che
si infrangono contro gli anfratti della costa, il colore profondo
del mare hanno reso il fiordo un episodio naturale ed antropico
unico di grande suggestione
Il vallone è stato dichiarato un’oasi protetta: tra le asprezze
di questa gola nidificano gli ultimi esemplari del falco pellegrino
e sopravvive, imprevedibile e preziosa, la felce termofila Woodwardia
radicans, rarissimo esemplare di flora relitta dell’era pre-glaciale.
E proprio nel vallone nel corso dei secoli hanno trovato riparo
il bandito Ruggeri di Agerola, protagonista della decima novella
della quarta giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio, Fra’
Diavolo e il fondatore della setta dei “Sacconi” Maco del Sacco.
Al fiordo oggi si accede in barca dal mare, passando sotto un
ponte dal grande arco di sostegno sul quale scorre la strada Amalfi-Positano,
oppure a piedi scendendo una suggestiva scalinata di più di 200
gradini che collega il fiordo con la strada. Dal “centro” di Furore
il fiordo è raggiungibile seguendo lo scosceso Sentiero della
Volpe Pescatrice, l’antico percorso del contadino-pescatore.
Durante la stagione estiva al fiordo sono aperti un piccolo e
romantico ristorante, un punto di ristoro e una bottega di prodotti
tipici e artigianato locale